DISCORSI SCELTI DEL NEGUS D'ETIOPIA

"HAILE SELASSIE, DISCORSI SCELTI DEL NEGUS D'ETIOPIA"

Una raccolta dei più significativi discorsi ufficiali dell'Imperatore d'Etiopia Haile Selassie I (Ras Tafari Makonnen) – tra il 1930 e il 1973 – rivolti al popolo e al Parlamento etiope, alla Società delle Nazioni, alle Nazioni Unite, all'Organizzazione dell'Unità Africana, alla conferenza delle Chiese ortodosse d'Oriente, al Parlamento Giamaicano. Il libro ripercorre il regno di Ras Tafari, documentando non solo la storia d'Etiopia del Novecento, ma anche le dinamiche politiche internazionali del dopoguerra, attraverso il punto di vista dell'unico Impero Africano la cui indipendenza e sovranità è rimasta praticamente ininterrotta per più di tremila anni. Vengono proposti documenti finora inediti in italiano: dal monito antifascista dell'ultimo Negus della Dinastia salomonica all'indomani della guerra italo-etiope (1935-1941), con afflato che va oltre il ruolo di un Capo di Stato per rivolgersi alla coscienza dell'umanità, fino all'intervento al Parlamento Giamaicano che infiammò gli animi dei rasta. Questi discorsi di straordinaria modernità e attualità trasmettono un messaggio di pace valido per i politici e per le popolazioni di tutto il mondo, grazie alla loro lungimiranza profetica.

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“HAILE SELASSIE, DISCORSI SCELTI”: PRESENTAZIONE

Presentazione del libro “Haile Selassie, discorsi scelti” presso la libreria Griot (Roma)

“HAILE SELASSIE I: DISCORSI SCELTI, 1930-1973″PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI LORENZO MAZZONI

Domenica 17 aprile, alle ore 18.30, GRIOT presenta “Haile Selassie I. Discorsi scelti, 1930-1973″ (Ed. Stampa Alternativa) Ne discuteranno insieme al curatore Lorenzo Mazzoni, la scrittrice etiope Maaza Menghiste, autrice del libro “Lo sguardo del Leone” (Neri Pozza) e Matteo Guglielmo, esperto di geopolitica del Corno d’Africa.

Quella dell’imperatore Haile Selassie I è certamente una delle più importanti figure storiche del ’900. Dal 1930, data della sua incoronazione, al 1973, quando ormai molto anziano, fu destituito da un colpo di stato militare guidato da Menghistu, Haile Selassie ha segnato con il suo lungo regno sull’Etiopia un secolo di cruciale importanza per il continente africano. Dalla sua strenua resistenza all’invasione fascista agli anni dell’esilio durante la breve occupazione italiana dell’Etiopia, si è posto come interlocutore di fondamentale importanza al cospetto della comunità internazionale, forte del governo su uno degli imperi più antichi del continente. Circondato da un’aura mitica, in quanto rappresentante di una dinastia imperiale che fa risalire le sue origini al re Salomone, nel dopoguerra la figura di Haile Selassie è al centro di drammatiche vicende storiche, simbolo di un potere imperiale di stampo medievale che pure tenta di modernizzare, ma diventa anche il riferimento spirituale del movimento transnazionale del rastafarianesimo, un movimento culturale legato alla musica reggae reso celebre dal suo principale portavoce, Bob Marley. Per i seguaci della filosofia rasta, Haile Selassie incarna la seconda venuta di Cristo, e i suoi discorsi rappresentano una sorta di Nuovissimo Testamento.

Il libro di Lorenzo Mazzoni, “Haile Selassie I. Discorsi scelti, 1930-1973″, pubblicato da Stampa Alternativa, presenta una selezione dei discorsi tenuti da Ras Tafari Makonnen, ossia Haile Selassie I, tra il 1930 e il 1973 al popolo etiope, alla Società delle Nazioni, alle Nazioni Unite, all’Organizzazione dell’Unità Africana, al Concilio Mondiale delle Chiese e ad altri organismi e istituzioni internazionali, per la prima volta in una traduzione italiana.A discutere con l’autore, Lorenzo Mazzoni, saranno presenti Maaza Menghiste, scrittrice nata in Etiopia e residente negli Stati Uniti, autrice del romanzo “Lo sguardo del leone” (Neri Pozza), e Matteo Guglielmo, esperto di geopolitica del Corno d’Africa, autore del saggio “La Somalia. Le ragioni storiche del conflitto” e del blog Inside HOA. Notizie dal Corno d’Africa.

Lorenzo Mazzoni è fondatore di un’associazione socioculturale di carattere rastafari, con sede a Barcellona. Negli ultimi anni ha pubblicato per Coniglio Editore “Kebra Nagast. La Bibbia segreta del Rastafari” (Roma, luglio 2007) e per Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri “Rasta Marley. Le radici del Reggae” (Viterbo, giugno 2009).

Per info e contatti Monica Mariotti: ufficiostampa@stampalternativa.it

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HAILE SELASSIE, IL NEGUS D’ETIOPIA

HAILE SELASSIE: LA PAROLA DELL’ULTIMO RE DEI RE

Uno sguardo sull’Africa che dal passato ci riporta al presente:

“Oggi, l’Africa è emersa da questo cammino oscuro. Il nostro Armageddon è passato. L’Africa si è innalzata come un continente libero e gli Africani sono rinati come uomini liberi. Il sangue che è stato sparso e le sofferenze che sono state sopportate, sono oggi in Africa i pilastri della libertà e dell’unità. Quegli uomini che hanno rifiutato di accettare la sentenza inflitta su di loro dai colonizzatori, che hanno retto incrollabilmente attraverso le ore più buie, per la visione di un’Africa emancipata dal dominio politico, economico e spirituale, saranno ricordati e venerati ovunque si incontrano gli Africani. Ciò che si può pronunciare oggi, può aggiungere poco all’eroica lotta di coloro che grazie al loro esempio, ci hanno mostrato quanto preziose siano la libertà e la dignità umana, e di quanto poco valore sia la vita senza di esse. Le loro gesta sono scritte nella storia.

Haile Selassie I

Eppure la vittoria dell’Africa, anche se proclamata, non è ancora totale, e le aree di riluttanza persistono. Oggi definiamo come nostro primo compito la grande liberazione definitiva di quegli Africani ancora dominati dallo sfruttamento e dal controllo straniero. Con l’obiettivo in vista, e un trionfo incondizionato alla nostra portata, non dobbiamo ora vacillare né rallentare né rilassarci. Dobbiamo fare un ultimo sforzo supremo; ora che la lotta si sviluppa, seppure affaticati, abbiamo conquistato tanto che l’esaltante senso di realizzazione ci ha portato quasi alla sazietà. Ma la nostra libertà non ha senso se tutti gli Africani non sono liberi. I nostri fratelli in Rhodesia, in Mozambico, in Angola, in Sudafrica, gridano con angoscia per il nostro sostegno e assistenza. Dobbiamo sollecitare a loro nome il loro pacifico accesso all’indipendenza. Dobbiamo schierarci ed identificarci con tutti gli aspetti della loro lotta. Sarebbe un tradimento se noi servissimo soltanto a parole la causa della loro liberazione e fallissimo nel sostenere i nostri discorsi con l’azione. A loro diciamo: il vostro appello non sarà ignorato. Le risorse dell’Africa e di tutte le nazioni amanti della libertà sono radunate al vostro servizio. Rincuoratevi, perché la vostra liberazione è vicina.”

Questo discorso potrebbe essere stato pronunciato oggi stesso. Invece, tali parole furono proferite quasi mezzo secolo fa, nel lontano 1963, quando il Negus d’Etiopia Ras Tafari Makonnen, ovvero Haile Selassie I, fondò l’Organizzazione dell’Unità Africana, prima ed unica istituzione al mondo volta ad unificare politicamente il continente nero per salvaguardarne i diritti umani: con queste inequivocabili frasi il Negus si rivolgeva fraternamente ai leader africani, animando la lotta per l’emancipazione dell’Africa che continua ancora oggi.

Sempre nel 1963, Haile Selassie saliva i gradini della tribuna delle Nazioni Unite, a New York, rivolgendo un perenne insegnamento all’assemblea riunita ed al mondo intero: le sue parole vengono messe in musica alcuni anni più tardi dalla voce del reggae, Bob Marley, nel celebre brano “War”, che tuttora fa riecheggiare l’appello del Negus vivacemente nei cinque continenti. Quello che l’Imperatore etiope sostiene, fissando negli occhi l’allora presidente Kennedy (appena un mese prima del famoso attentato), è un discorso dalla sorprendente attualità storica, proferito con una lungimiranza che alla luce dei fatti potrebbe essere definita profetica:

Bob Marley canta “War”

“Fino a quando la filosofia che ritiene una razza superiore e un’altra inferiore non sarà finalmente e definitivamente screditata ed abbandonata,

finché non ci saranno più cittadini di prima e seconda classe in nessuna nazione,

finché il colore della pelle di un uomo non sarà irrilevante quanto il colore dei suoi occhi,

finché i diritti umani basilari non saranno garantiti per tutti, senza discriminazioni di razza,

fino a quel giorno, il sogno di una pace duratura, di una cittadinanza che sia mondiale, e di regole di moralità internazionale, rimarrà null’altro che un fuggevole miraggio, da rincorrere senza essere mai raggiunto.

E finché gli ignobili ed infelici regimi che segregano i nostri fratelli in Angola, in Mozambico, in Sudafrica, ridotti in schiavitù disumane, non saranno abbattuti e completamente distrutti,

finché la mentalità ristretta, il pregiudizio ed il malevolo e inumano egoismo non saranno sostituiti dalla comprensione e la tolleranza e la bontà,

finché tutti gli Africani non si solleveranno e parleranno come esseri liberi, nella parità agli occhi di tutti gli uomini, così come lo sono agli occhi del cielo,

fino a quel giorno, il continente Africano non conoscerà pace.

Noi Africani combatteremo, se necessario, e sappiamo che vinceremo,

poiché confidiamo nella vittoria del bene sul male.”


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INTERVISTA RADIOFONICA SU HAILE SELASSIE E LE GUERRE IN NORDAFRICA

La forca pubblica: uno degli orrori compiuti dai fascisti in Etiopia a scapito della popolazione civile (Asmara, 1936)

INTERVISTA AUDIO IN STREAMING:

Ascolta l’intervista realizzata il 21 Marzo 2011 su Radio Radicale

riguardo alle guerre in Nordafrica

passate e presenti,

ed agli insegnamenti di Sua Maestà Ras Tafari Makonnen,

l’Imperatore d’Etiopia Haile Selassie I.

Per ascoltare la trasmissione clicca qui:

HAILE SELASSIE, PAROLA DELL’ULTIMO RE DEI RE

“Haile Selassie I: Discorsi scelti, 1930-1973” è la prima traduzione in italiano delle orazioni di Ras Tafari Makonnen, e riporta fedelmente le parole del Negus etiope, cercando di spiegare la situazione storica e politica dell’Africa, passata e presente.

Lion of Judah

Il testo è rivolto a varie tipologie di lettore: in particolare a chi segua il movimento culturale legato alla musica Reggae e alla filosofia di vita Rastafari, di cui Bob Marley è il portavoce, ma anche a chi sia interessato alla storia contemporanea, agli sviluppi della politica internazionale del novecento ed al moto di liberazione dell’Africa. Nello specifico, per chi aderisce alla spiritualità Rasta, l’Imperatore Haile Selassie I rappresenta la seconda venuta del Cristo (la Parusia), ovvero Dio incarnato. La sua parola, i suoi discorsi, sono quindi per i Rastafari come un Vangelo contemporaneo, un“Nuovissimo Testamento”: il consenso che un ampio pubblico ha mostrato per i due libri precedentemente pubblicati, ‘Kebra Nagast, La Bibbia segreta del Rastafari’‘Rasta Marley, Le radici del Reggae’, dimostra che vi sia già un sostenuto gruppo di lettori interessato a testi di carattere Rastafari, e soprattutto alla traduzione in italiano delle scritture di riferimento. Ma oltre ai credentiRasta, il libro può senza dubbio affascinare i lettori anche dal punto di vista storico, dato il carattere di unicità che ha come documento e testimonianza diretta: il potente affresco dell’unico Regno Cristiano dell’Africa, la voce di un Imperatore che secondo la tradizione etiope appartiene alla stirpe di Re Salomone e della Regina di Saba; una pagina della storia contemporanea spesso dimenticata, anzi strappata, ma soprattutto un monito e un appello alla moralità che valgono ancora oggi.Il volume, ricco di note ed immagini, oltre a proporre una cospicua cernita dei discorsi ufficiali più significativi di Haile Selassie tra 1930 e 1973, è integrato anche da un’introduzione sulla vita del Negus e sulla sanguinosa guerra coloniale Italo-Etiope (1935 / 1941), nonché da due interessanti appendici: Nascita del movimento Rastafari, e Breve storia dell’Etiopia.

La prefazione è a cura del professore etiope Denberu Mekonnen Siyoum, cattedratico di Lingua Amarica e di Storia dell’Africa presso l’Università di Barcellona.

Il Negus d'Etiopia: Haile Selassie I

“Il mantenimento della pace e la garanzia delle libertà e dei diritti fondamentali dell’uomo, richiedono coraggio ed eterna vigilanza: il coraggio di parlare e di agire, e se necessario di soffrire e morire, per la verità e la giustizia; eterna vigilanza affinché la minima trasgressione della moralità internazionale non passi inosservata e impunita. Questa lezione deve essere nuovamente assimilata da ogni nuova generazione, che è una generazione davvero fortunata, se impara da un’amara esperienza che non sia la propria. Si tratta di una somma e terribile responsabilità: assorbire la saggezza della storia e applicarla ai problemi del presente, in modo che le generazioni future possano nascere, vivere e morire in pace.”

Quale Capo di Stato sarebbe oggi all’altezza di pronunciare queste parole?

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